Spiegare cosa rappresenti questo libro (che qui si presenta in due parti, rispettivamente "Il Pellegrino" e "Il Nuovo Cielo") è difficile, per il semplice fatto che non è solo una storia. E' una sfida. Stephenson "crea" tutto dal nulla. Crea un mondo, crea una cultura, crea usi e costumi e crea un linguaggio. Ebbene sì. Fin dall'incipit - ovvero la spiegazione in stile vocabolario del significato del termine "Anathem" - ci troveremo di fronte all'uso metodico di neologismi. Non lo nascondo, l'inizio non è facile: ci si potrebbe ritrovare sperduti, quasi incapaci di comprendere le situazioni o le cose più banali. Eppure man mano che si prosegue si comincia ad innescare una sorta di familiarità con il testo, riuscendo pian piano a comprendere cosa sono gli oggetti e gli avvenimenti.
Di pari passo a ciò si accompagna poi la progressione dell'intreccio.
Di pari passo a ciò si accompagna poi la progressione dell'intreccio.
Verremo catapultati in discussioni che attingono a piene mani dalla filosofia, lasciando a volte interdetti e costringendo magari a rileggere qualche passo per afferrare al meglio i concetti. Non basta però, perché troveremo anche uno dei temi cari alla fantascienza (che ovviamente non dirò), qui trattato in maniera magistrale e complessa, ricorrendo alle basi del ragionamento - collegandosi quindi anche alle dissertazioni filosofiche a cui ho accennato poc'anzi - e alla meccanica quantistica.
L'opera di Stephenson è davvero monumentale: il notevole numero di pagine (riamando alla nota in calce), la vastità e la diversità degli argomenti trattati e non ultimo il complesso lavoro d'invenzione rendono Anathem un libro davvero, davvero ricco. Un libro che ammalia, stupisce e affascina. Mai come in questo caso, non si può capirne l'entità finché non lo si legge.
Nota a parte: ennesimo caso di sospetto lucro editoriale dato che in originale il volume è unico mentre qui si è pensato bene di spezzarlo in due parti a numero di pagine molto diverso. Il prezzo però è il medesimo per entrambe. Lascio che ognuno tragga le conclusioni che preferisce.
L'opera di Stephenson è davvero monumentale: il notevole numero di pagine (riamando alla nota in calce), la vastità e la diversità degli argomenti trattati e non ultimo il complesso lavoro d'invenzione rendono Anathem un libro davvero, davvero ricco. Un libro che ammalia, stupisce e affascina. Mai come in questo caso, non si può capirne l'entità finché non lo si legge.
Nota a parte: ennesimo caso di sospetto lucro editoriale dato che in originale il volume è unico mentre qui si è pensato bene di spezzarlo in due parti a numero di pagine molto diverso. Il prezzo però è il medesimo per entrambe. Lascio che ognuno tragga le conclusioni che preferisce.
TRAMA
Il Pellegrino
È l'anno 3689 e il pianeta Arbre vive un periodo di pace e serenità. Nel suo passato ci sono imperi, colpi di stato militari, gli Eventi Tragici e la Ricostituzione, il Primo, il Secondo e il Terzo Sacco, ma nei secoli è stato raggiunto un equilibrio. Gli scienziati, i matematici, i filosofi vivono chiusi nei loro "concenti", e si dedicano alla pura speculazione teorica senza avere nessun contatto con la tecnologia, che invece segna l'esistenza del resto della popolazione: gli "extramuros", sottoposti al Potere Secolare. Ma qualcosa minaccia l'ordine perfetto di Arbre: lo dimostra l'espulsione dal concento di Saunt Edhar, al canto struggente dell'Anathem, del sapiente Orolo, che osservando il cielo ha scoperto un oggetto luminoso in avvicinamento. Sarà il suo allievo prediletto, il diciottenne fraa Erasmas, ad avere una parte cruciale nel dramma che sta per svolgersi su Arbre. E toccherà a lui, alla compagna Ala e agli altri novizi esplorare il mondo di fuori: sino ai confini più estremi.
TRAMA
Il Nuovo Cielo
Il mondo in cui è cresciuto il giovane Erasmas non esiste più. Tutto è cambiato nel corso delle avventure vissute nel primo volume della saga di Anathem. Non più la serena vita di studio e riflessione all'interno del concento, ma un viaggio fuori dalle mura, nelle terre governate dal Potere Secolare, verso l'evento più sconvolgente della storia millenaria del pianeta Arbre: il contatto con una civiltà aliena. I Geometri - così chiamati perché sulla loro astronave è disegnato il più famoso dei teoremi - non sono fisicamente molto diversi dagli arbriani, hanno elaborato, grazie ai loro sapienti, analoghe teorie sul tempo, lo spazio e gli universi paralleli, e soprattutto sono divisi dagli stessi conflitti che attraversano Arbre. La posta in gioco è una trattativa che dice salvezza o distruzione.
Il Pellegrino
È l'anno 3689 e il pianeta Arbre vive un periodo di pace e serenità. Nel suo passato ci sono imperi, colpi di stato militari, gli Eventi Tragici e la Ricostituzione, il Primo, il Secondo e il Terzo Sacco, ma nei secoli è stato raggiunto un equilibrio. Gli scienziati, i matematici, i filosofi vivono chiusi nei loro "concenti", e si dedicano alla pura speculazione teorica senza avere nessun contatto con la tecnologia, che invece segna l'esistenza del resto della popolazione: gli "extramuros", sottoposti al Potere Secolare. Ma qualcosa minaccia l'ordine perfetto di Arbre: lo dimostra l'espulsione dal concento di Saunt Edhar, al canto struggente dell'Anathem, del sapiente Orolo, che osservando il cielo ha scoperto un oggetto luminoso in avvicinamento. Sarà il suo allievo prediletto, il diciottenne fraa Erasmas, ad avere una parte cruciale nel dramma che sta per svolgersi su Arbre. E toccherà a lui, alla compagna Ala e agli altri novizi esplorare il mondo di fuori: sino ai confini più estremi.
TRAMA
Il Nuovo Cielo
Il mondo in cui è cresciuto il giovane Erasmas non esiste più. Tutto è cambiato nel corso delle avventure vissute nel primo volume della saga di Anathem. Non più la serena vita di studio e riflessione all'interno del concento, ma un viaggio fuori dalle mura, nelle terre governate dal Potere Secolare, verso l'evento più sconvolgente della storia millenaria del pianeta Arbre: il contatto con una civiltà aliena. I Geometri - così chiamati perché sulla loro astronave è disegnato il più famoso dei teoremi - non sono fisicamente molto diversi dagli arbriani, hanno elaborato, grazie ai loro sapienti, analoghe teorie sul tempo, lo spazio e gli universi paralleli, e soprattutto sono divisi dagli stessi conflitti che attraversano Arbre. La posta in gioco è una trattativa che dice salvezza o distruzione.