sabato 17 marzo 2012

Anathem - Neal Stephenson

Spiegare cosa rappresenti questo libro (che qui si presenta in due parti, rispettivamente "Il Pellegrino" e "Il Nuovo Cielo") è difficile, per il semplice fatto che non è solo una storia. E' una sfida. Stephenson "crea" tutto dal nulla. Crea un mondo, crea una cultura, crea usi e costumi e crea un linguaggio. Ebbene sì. Fin dall'incipit - ovvero la spiegazione in stile vocabolario del significato del termine "Anathem" - ci troveremo di fronte all'uso metodico di neologismi. Non lo nascondo, l'inizio non è facile: ci si potrebbe ritrovare sperduti, quasi incapaci di comprendere le situazioni o le cose più banali. Eppure man mano che si prosegue si comincia ad innescare una sorta di familiarità con il testo, riuscendo pian piano a comprendere cosa sono gli oggetti e gli avvenimenti. 
Di pari passo a ciò si accompagna poi la progressione dell'intreccio.
Verremo catapultati in discussioni che attingono a piene mani dalla filosofia, lasciando  a volte interdetti e costringendo magari a rileggere qualche passo per afferrare al meglio i concetti. Non basta però, perché troveremo anche uno dei temi cari alla fantascienza (che ovviamente non dirò), qui trattato in maniera magistrale e complessa, ricorrendo alle basi del ragionamento - collegandosi quindi anche alle dissertazioni filosofiche a cui ho accennato poc'anzi - e alla meccanica quantistica.
L'opera di Stephenson è davvero monumentale: il notevole numero di pagine (riamando alla nota in calce), la vastità e la diversità degli argomenti trattati e non ultimo il complesso lavoro d'invenzione rendono Anathem un libro davvero, davvero ricco. Un libro che a
mmalia, stupisce e affascina. Mai come in questo caso, non si può capirne l'entità finché non lo si legge.
Nota a parte: ennesimo caso di sospetto lucro editoriale dato che in originale il volume è unico mentre qui si è pensato bene di spezzarlo in due parti a numero di pagine molto diverso. Il prezzo però è il medesimo per entrambe. Lascio che ognuno tragga le conclusioni che preferisce.

TRAMA
Il Pellegrino
È l'anno 3689 e il pianeta Arbre vive un periodo di pace e serenità. Nel suo passato ci sono imperi, colpi di stato militari, gli Eventi Tragici e la Ricostituzione, il Primo, il Secondo e il Terzo Sacco, ma nei secoli è stato raggiunto un equilibrio. Gli scienziati, i matematici, i filosofi vivono chiusi nei loro "concenti", e si dedicano alla pura speculazione teorica senza avere nessun contatto con la tecnologia, che invece segna l'esistenza del resto della popolazione: gli "extramuros", sottoposti al Potere Secolare. Ma qualcosa minaccia l'ordine perfetto di Arbre: lo dimostra l'espulsione dal concento di Saunt Edhar, al canto struggente dell'Anathem, del sapiente Orolo, che osservando il cielo ha scoperto un oggetto luminoso in avvicinamento. Sarà il suo allievo prediletto, il diciottenne fraa Erasmas, ad avere una parte cruciale nel dramma che sta per svolgersi su Arbre. E toccherà a lui, alla compagna Ala e agli altri novizi esplorare il mondo di fuori: sino ai confini più estremi.

TRAMA
Il Nuovo Cielo
Il mondo in cui è cresciuto il giovane Erasmas non esiste più. Tutto è cambiato nel corso delle avventure vissute nel primo volume della saga di Anathem. Non più la serena vita di studio e riflessione all'interno del concento, ma un viaggio fuori dalle mura, nelle terre governate dal Potere Secolare, verso l'evento più sconvolgente della storia millenaria del pianeta Arbre: il contatto con una civiltà aliena. I Geometri - così chiamati perché sulla loro astronave è disegnato il più famoso dei teoremi - non sono fisicamente molto diversi dagli arbriani, hanno elaborato, grazie ai loro sapienti, analoghe teorie sul tempo, lo spazio e gli universi paralleli, e soprattutto sono divisi dagli stessi conflitti che attraversano Arbre. La posta in gioco è una trattativa che dice salvezza o distruzione. 

domenica 4 marzo 2012

Il Prigioniero Del Cielo - Carlos Ruiz Zafon

Terzo capitolo della tetralogia di Barcellona. Soprassedendo sulla scelta editoriale dell'impaginazione - davvero discutibile - ci ritroviamo a continuare la storia conclusasi con "L'Ombra Del Vento". Questa volta però è tutto diverso. Sparisce l'atmosfera nebulosa, spariscono le tinte fosche, spariscono un po' le sensazioni provate con i due libri precedenti. Resta la scorrevolezza nella scrittura e si attesta su discreti livelli anche la trama, ma la storia raccontata da Zafon, pur avendo una fine, non si conclude. Ne consegue che l'aspetto generale del libro risulta diverso dai precedenti. L'impressione che a mio parere se ne ricava è quella di un anello di congiunzione, una sorta di collante e prologo al contempo. Mi spiego. In questo volume viene creata una coesione - un incastro -tra "L'Ombra" e "Il Gioco", ora non più in contatto solamente per alcuni personaggi e vicende. L'intreccio pur facendosi più vario, svela retroscena oscuri e porta luce su alcune figure, mescolando le carte in tavola. Non solo. All'interno di questa storia nella storie, si gettano le basi per il quarto volume (l'ultimo?!), il quale, probabilmente, vedrà coinvolti in maniera attiva tutti - o quasi - i protagonisti principali dei primi tre libri.
Insomma, come volume a se stante, questo "Prigioniero Del Cielo" potrebbe avere davvero poco da dire, ma come "anello" direi che risulta indispensabile.

TRAMA
Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista... 

sabato 3 marzo 2012

Nessun Dove - Neil Gaiman

E se esistesse anche un'altra Londra? Una "Londra di Sotto"? Come sarebbe?
Queste domande sono alla base - una sorta di premessa - di questo curioso scritto di Gaiman. La trama prende il via in modo relativamente semplice - un salvataggio - ma si districa via via con svariati colpi di scena, cadenzati in maniera "regolare" in modo da mantenere sempre costante l'attenzione. Quello che all'apparenza potrebbe sembrare una lettura da poco, si rivela essere decisamente inaspettata, con affascinanti dualità, ottimi personaggi e "atipiche" ambientazioni. Gaiman ha uno stile scorrevole davvero interessante, in quanto riesce a mescolare horror e bizzarria con  sarcasmo e originalità. Qui il reale diventa irreale e viceversa, favorendo un'ottima evasione dalla realtà, che ritorna e che culmina quando, nel finale, spinti da una riflessione del protagonista ci ritroveremo a riflettere anche noi.
Piacevole davvero.

TRAMA
Richard è un giovane uomo d'affari, per un atto di generosità si trova catapultato lontano da una vita tranquilla e gettato in un universo che è al tempo stesso stranamente familiare e incredibilmente bizzarro. Qui incontra una ragazza di nome Porta e le persone che vogliono ucciderla. Poi un angelo che vive in un salone illuminato dalle candele, e un signore che abita sui tetti. Dovrà attraversare un ponte nella notte sulla via di Knighdbridge, dove vive il Popolo delle Fogne; c'è la Bestia nel labirinto, e si scoprono pericoli e piaceri che superano la fantasia più sfrenata. Richard troverà uno strano desiderio che lo attende.

Caduta Libera - Nicolai Lilin

"Naturale" seguito di "Educazione Siberiana". Naturale è tra virgolette perché si ha una virata netta nel temi trattati, dove l'adolescenza in Trasnistria in mezzo ai criminali, lascia il posto alla gioventù matura in Cecenia in mezzo ai commilitoni. Sotto certi aspetti anche qui vi è una sorta di educazione, quella militare, di un uomo, direttamente sul campo di battaglia del conflitto ceceno negli anni novanta. Ci troveremo, di volta in volta, dietro l'obiettivo di un fucile di precisione, asserragliati per difendere una postazione, spazzati dal fuoco nemico, testimoni delle brutalità delle torture (quasi che queste fossero un premio) - insomma, vivremo semplicemente la guerra.
Lilin racconta una serie di operazioni, tralasciando volutamente il quadro generale delle cause e delle conseguenze: riesce così a mostrare gli uomini e le loro azioni, ciò che li spinge a combattere, ciò che li spaventa, ciò che li differenzia, ma, soprattutto, ciò che li accomuna, siano essi alleati o nemici.
Vi è infine la questione che riguarda l'originalità di ciò che viene scritto: sembrerebbe che non sia tutta farina del sacco dell'autore, bensì il risultato della trasposizione su carta delle vicende vissute da terze parti. Sicuramente vi sono due sensazioni diverse nel leggere "Educazione Siberiana" e "Caduta Libera", ma direi che il tutto può essere estremamente soggettivo. In conclusione quindi, che sia tutta opera sua, o frutto anche delle esperienze altrui, poco importa, perché alla fine l'obiettivo è raggiunto.

TRAMA
Nel settembre dell'anno 1999 la Federazione Russa annuncia ufficialmente l'inizio della seconda operazione antiterroristica nel territorio della Repubblica Federativa della Cecenia e nella zone confinanti con il Caucaso del Nord. Lilin racconta quello che hanno vissuto i giovani dell'esercito russo in quel periodo, durante il loro servizio militare obbligatorio; e quello che hanno vissuto i civili, mentre nella loro terra operavano due eserciti nemici. L'autore di "Educazione siberiana" narra in presa diretta la vera faccia della guerra, quella che non si vede nei film, nei documentari, e che si vede solo a tratti nei reportage giornalistici o nei racconti degli osservatori di pace e dei difensori dei diritti umani. Racconta tutto in modo tale da permettere a ogni lettore di vivere i momenti della guerra, di attraversarla a fianco dei soldati, di sentirne l'oscenità sulla propria pelle. Mostrandone soprattuto le contraddizioni. Un libro che vuole essere apolitico, neutrale; che racconta la guerra, la vita e la morte, le ingiustizie, gli orrori e gli atti di onestà così come apparivano nella vita di ogni giorno in Cecenia; che descrive le sensazioni, la perdita dell'equilibrio, i cambiamenti dell'essere umano che avvengono nel caos, oltre i limiti dell'etica e della morale. Non un saggio storico, ma un romanzo costruito su particolari veri, con vite vere. 

Norvegian Wood - Haruki Murakami

Primo autore giapponese che leggo. Doverosa allora una premessa.
Nell'affrontare questo libro, per capirlo appieno, sarebbe utile possedere alcune conoscenze sulle usanze e sui costumi tipici del popolo del Sol Levante. Questo non solo perché alcune situazioni potrebbero non risultare immediatamente comprensibili, ma anche e soprattutto perché mantenendo lo schema della cultura occidentale, si rischia di fare paragoni o dare giudizi senza coscienza di causa, fatto questo che non renderebbe affatto giustizia al libro.
La trama si presenta semplice - lo sviluppo delle vicende - e complessa - la caratterizzazione dei personaggi - al contempo. In un Giappone degli anni 60 si muove Toru, che incarna in se la figura dell'incertezza per il futuro. Attorno a lui si muovono figure femminili, maschili e fantasmi, creando, di fatto, il vero punto di forza del libro. Murakami riesce a tratteggiare in maniera esemplare i suoi personaggi, scoprendoli pian piano, con naturalezza, non preoccupandosi minimamente di creare un colpo di scena. Ed è esattamente così che il libro funziona. Al velo di tristezza, al senso di malinconia e allo spettro della morte si accompagnano ottime descrizioni di situazioni ed emozioni, che non fanno altro che fornire tutta una serie di spunti riflessivi sull'agire e sul vivere.
Libro molto ricco in cui la differenza con gli occidentali c'è e si vede, ma proprio per questo andrebbe letto.

TRAMA
Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.

Il Gioco Dell'Angelo - Carlos Ruiz Zafon

Ritorna la Barcellona già sfondo ne "L'Ombra Del Vento". Solo che in questo caso Zafon sposta l'arco temporale agli anni venti e disegna un nuovo protagonista, raccontandone via via quasi tutta la vita. Da subito si nota il tratto dell'autore, nella sua capacità di rendere le tinte fosche, le nebbie, i chiaroscuri sia della città che dei personaggi, i quali si scoprono lentamente, grazie ad un delicato lavoro introspettivo generato  del loro vivere nella realtà. Unitamente a ciò, il mistero che avvolge alcune figure e alcuni eventi inoltre, riesce ad impreziosire la trama, che a conti fatti mescola più generi, non scadendo mai nel banale. Anzi. Da un lato sarà piacevole ritrovare luoghi e persone già apparsi ne "L'Ombra Del Vento", ma dall'altro sarà ancora più curioso vedere come "Il Gioco Dell'Angelo" se ne discosti. L'atmosfera risulta più cupa, un velo di tristezza sembra ammantare la vita di David, nonostante tutto ciò che gli accadrà. Anche se questo potrebbe suonare come un lato negativo, non lo è affatto, poiché, grazie alla voglia di scoprire lo sviluppo della trama e ad una modo di scrivere "brillante" già assaporato ne "L'Ombra Del Vento" , riesce nell'arduo compito di "stregare".
L'aspetto tuttavia più particolare si verifica non appena concluso il libro, in quanto il lettore potrà scegliere la sua interpretazione personale delle vicende. Vi sono a mio avviso svariate chiavi di lettura, tutte in contrasto e tutte diverse eppure tutte plausibili. A questo punto allora, non resta che leggerlo e decidere.

TRAMA
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno, inconfessabile quanto universale: diventare uno scrittore. Quando la sorte inaspettatamente gli offre l'occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine ad arridergli. È proprio da quel momento tuttavia che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona ora familiare, più spesso sconosciuta e inquietante, dai cui angoli fanno capolino luoghi e personaggi che i lettori de "L'ombra del vento" hanno già imparato ad amare. Quando David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore - scrivere un'opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti dell'umanità - non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria.