lunedì 24 settembre 2012

Il Cimitero Di Praga - Umberto Eco

Premessa: me lo aspettavo decisamente diverso. Detto ciò, siamo comunque di fronte ad un romanzo di Eco.
Rispetto a "Il Nome Della Rosa" e "Il Pendolo Di Focault" (gli unici altri due libri che ho letto di questo autore) è probabilmente il più accessibile, il più facile anche. Ciò che caratterizza i lavori di Eco (valutazione basata ovviamente sulla mia esperienza) è la minuziosa ricerca correlata ad una trama superba, la grande precisione fin nei particolari e un linguaggio ricchissimo, dove davvero regna sovrano "l'italiano": se ne "Il Nome", ma ancora di più ne "Il Pendolo" questi aspetti erano portati fino allo stremo - o molto vicini ad esso - ne "Il Cimitero" ciò si verifica in misura minore.
La precisione e i particolari sono molto curati - ci troviamo davanti ad una ottima lezione di storia della seconda metà dell'ottocento. Il lessico risulta più abbordabile (ne "Il Pendolo" è quasi d'obbligo avere sempre il vocabolario) e di certo ciò permette una maggiore comprensibilità, però in qualche modo lo priva di quella bellezza dell'essere di "nicchia", ricercato e complesso - quasi fosse una sfida. La trama è il punto cardine. Siamo di fronte all'elogio del falso. Tutto è legato, tutto coincide, tutto si muove alla perfezione. Però il richiamo a "Il Pendolo" riecheggia in lontananza e fra i due non esiste confronto.
Un buon libro, scorrevole e istruttivo, ma soprattutto, capace di legare argomenti ed eventi storici apparentemente distanti fra loro.

TRAMA
Lungo il XIX secolo, tra Torino, Palermo e Parigi, troviamo una satanista isterica, un abate che muore due volte, alcuni cadaveri in una fogna parigina, un garibaldino che si chiamava Ippolito Nievo, il falso bordereau di Dreyfus per l'ambasciata tedesca, la crescita di quella falsificazione nota come "I protocolli dei Savi Anziani di Sion", che ispirerà a Hitler i campi di sterminio, gesuiti che tramano contro i massoni, massoni, carbonari e mazziniani che strangolano i preti con le loro stesse budella, un Garibaldi artritico dalle gambe storte, i piani dei servizi segreti piemontesi, francesi, prussiani e russi, le stragi nella Parigi della Comune, orrendi ritrovi per criminali che tra i fumi dell'assenzio pianificano esplosioni e rivolte di piazza, falsi notai, testamenti mendaci, confraternite diaboliche e messe nere. Ottimo materiale per un romanzo d'appendice di stile ottocentesco, tra l'altro illustrato come i feuilletons di quel tempo. Un particolare: eccetto il protagonista, tutti i personaggi di questo romanzo sono realmente esistiti e hanno fatto quello che hanno fatto. E anche il protagonista fa cose che sono state veramente fatte, tranne che ne fa molte, che probabilmente hanno avuto autori diversi. Accade però che, tra servizi segreti, agenti doppi, ufficiali felloni ed ecclesiastici peccatori, l'unico personaggio inventato di questa storia sia il più vero di tutti.

mercoledì 5 settembre 2012

La Strada - Cormac McCarthy

Cupo e triste. Questi i primi due aggettivi con cui definirei questo volume vincitore del premio Pulitzer nel 2007.
McCarthy tratteggia la sopravvivenza di padre e figlio in seguito ad una non precisata apocalisse - la loro vita sulla "strada" appunto.
La prosa è scarna, direi ridotta davvero all'essenziale, ma proprio per questo in grado di trasmettere quel senso di opprimente angoscia legata all'inevitabilità di un futuro che non c'è. Ma questa è solo la punta dell'iceberg. Perché vi sono moltissimi altri sentimenti e sensazioni che si muovono fra le righe, scomparendo e riapparendo: farne anche solo un abbozzo non renderebbe giustizia allo scritto. Solo su una cosa posso soffermarmi, ovvero sul grande legame che lega padre e figlio, e su come questo sia il motore che permette ad entrambi di affrontare i giorni di interminabili vuoto uno alla volta.
Di sicuro non una lettura "semplice" (nonostante l'esiguo numero di pagine - circa 220) ma, di fatto una grande lezione sull'amore paterno e sul non arrendersi.

TRAMA
Un uomo e un bambino viaggiano attraverso le rovine di un mondo ridotto a cenere in direzione dell'oceano, dove forse i raggi raffreddati di un sole ormai livido cederanno un po' di tepore e qualche barlume di vita. Trascinano con sé sulla strada tutto ciò che nel nuovo equilibrio delle cose ha ancora valore: un carrello del supermercato con quel po' di cibo che riescono a rimediare, un telo di plastica per ripararsi dalla pioggia gelida e una pistola con cui difendersi dalle bande di predoni che battono le strade decisi a sopravvivere a ogni costo. E poi il bene più prezioso: se stessi e il loro reciproco amore. 

sabato 1 settembre 2012

Azione Immediata - Andy McNab

Da qui parte tutto. Questa di fatto è l'idea con cui bisogna approcciare questo volume. McNab traccia una sorta di autobiografia scandita dalle "missioni". Si parte dal ragazzo che sceglie di arruolarsi e si arriva all'uomo all'inizio della guerra del golfo - esattamente uno step prima dell'inizio di "Pattuglia Bravo Two Zero".
Esauriente ed esaustivo, sarcastico, disincantato - quasi cinico a volte, ed estremamente reale, questo spaccato sulla durissima selezione SAS, sul passarla ma non far ancora parte del 22° Reggimento, sulle prime missioni, sulle specializzazioni antiterroristiche, sugli insegnamenti, sulla maturazione e sul delicato rapporto "familiare" racconta una storia senza fronzoli o abbellimenti. McNab mette a nudo e si mette a nudo, esponendosi eventualmente anche a dure critiche riguardo i suoi comportamenti, ma non avrebbe potuto essere diversamente. Questo è il prezzo del reale e del vero. Questo senza mai far calare troppo la voglia di proseguire, non limitandosi ad un cronaca di luoghi, dati, date e numeri, ma arricchendo il tutto con la sua personale visione del mondo: "se la merda finisce nel ventilatore è meglio essere preparati a riceverla!"

TRAMA
Questo libro è il resoconto di dieci anni trascorsi nello Special Air Service, l'unità d'assalto più temuta al mondo. Un'esperienza straordinaria che vede il suo protagonista dapprima alle prese con un addestramento ai limiti dell'incredibile, poi impegnato in rischiose missioni in ogni parte del pianeta: dalle giungle del Borneo ai deserti dell'Africa, dall'Irlanda del Nord alle foreste pluviali dell'America Latina. Perché gli uomini dei SAS, preparati per ogni tipo di missione e per le condizioni ambientali più estreme, devono essere sempre pronti all'azione immediata: agiscono in silenzio e con rapidità, e al massimo livello di efficienza.