lunedì 3 dicembre 2012

La Caduta Di Hyperion - Dan Simmons

Degno seguito del predecessore. Anzi, direi che sono imprescindibili l'uno dall'altro. La teoria secondo cui Simmons avesse pensato Hyperion come un unico volume, sembra quanto mai sensata e concreta.
Ogni cosa rimasta in sospeso viene chiarita, spiegata ed incastrata alla perfezione, ad ulteriore riprova della magistrale capacità di orchestrare gli eventi dipanata dall'autore. Alcune convinzioni verranno ribaltate, altri eventi cambieranno prospettiva e tutto troverà una conclusione. O meglio, quasi tutto. Ma non dirò nulla di più, perché qualsiasi riferimento potrebbe rovinare la lettura non solo di questo, ma soprattutto di Hyperion.
Una curiosità a parte risulta essere l'oltre ogni modo evidente ammirazione sviscerata per il poeta Keats, di cui però - anche in questo caso - non parlerò (il primo e macroscopico indizio è davanti agli occhi di tutti).
"La Caduta di Hyperion" non potrebbe esistere senza "Hyperion", ma molto probabilmente - per non dire certamente - nemmeno "Hyperion" potrebbe esistere senza "La Caduta". O meglio, potrebbe, ma non sarebbe la stessa cosa.
Inseparabili.

TRAMA
I sette pellegrini hanno raggiunto le Tombe del Tempo di Hyperion e sono al cospetto dello Shrike; intorno a loro divampa lo scontro tra gli Ouster e le forze dell'Egemonia. John Keats, una macchina umana costruita dalle Intelligenze Artificiali in cui è stata ricreata la coscienza del poeta, riesce a scoprire dove risiede il loro nucleo operativo, ma il fatto che si trovi all'interno dei teleporter comporta conseguenze inquietanti: bisognerebbe riportare indietro l'orologio dell'evoluzione umana, evitando così di soccombere alle Intelligenze attraverso la distruzione della Rete su cui si fonda l'Egemonia. Mentre i capi dell'Egemonia si trovano di fronte a una scelta di vita o di morte, il destino dei pellegrini si unisce inesorabilmente con quello dell'intera umanità. Con "La caduta di Hyperion", Dan Simmons descrive un mondo decadente e profondo.

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